Possiamo ancora definire fallimentare il tentativo dell'intelligenza artificiale di decifrare il linguaggio umano? Lo Smart Bidding di Google pare essere una risposta concreta a questo quesito.
Ma facciamo un passo indietro, l’essere umano è cambiamento costante, se non individualmente, lo diviene in quanto componente di una interconnessione di istituzioni che formano e determinano l’esistenza della società stessa: la famiglia, l’economia, la politica, l’istruzione e anche la religione, funzionano in interdipendenza e far parte della società significa inevitabilmente essere parte di queste organizzazioni. Alla base del loro quotidiano svolgimento c’è dinamicità. Infatti nessuna di queste strutture collettive è rimasta alla forma originaria: tutte queste strutture si trasformano, da sempre, seguendo i passi dell’evoluzione della mente umana, in rapporto a nuove necessità e sviluppi.
La tecnologia, da sempre, ne è una risposta e al contempo un motore.
Questo moto perpetuo, questa costante rivoluzione, passa da sempre per un unico canale che si esprime in diversi modi in relazione alle diverse evoluzioni, ma che rimane la costante di tutti i cambiamenti: la parola. In diverse lingue, scritta, parlata, cantata, scolpita, digitata, la parola è lo strumento primario che l’uomo ha a disposizione per trasportare dall’interno della propria mente alla realtà tangibile, le idee e le questioni che in questo incessante movimento vanno a costituire il motore d’avvio dell’evoluzione stessa.
Lo scopo di Google è da sempre quello di comprendere completamente e padroneggiare la conoscenza con un fulcro primario "la parola". Google è un impero che si regge su fondamenta di parole, e diciamolo, senza di esse certo non esisterebbe. È esso stesso emblema della strettissima relazione che lega parole, dinamicità e cambiamento.
Google è diventato una di quelle istituzioni di cui parlavamo prima, ibrido che si ritrova all’interno di ognuna di esse, perché fa parte ormai della vita di tutti i giorni di gran parte degli esseri umani, direttamente o indirettamente. È uno strumento che viene usato in tutti gli ambiti della vita, anche in quelli privati. Spesso ci si affida ad esso, utilizzando la capacità di espressione per interrogarlo di quesiti sempre diversi, di diversa importanza, anche estrema. Consapevoli che sia uno strumento impersonale e di natura eterea, spesso viene invece trattato proprio come fosse una persona di nostra conoscenza, alla quale vengono poste le domande e le richieste più disparate, presupponendo una sua capacità di interpretazione che permetta di esprimersi anche in modi vaghi e imprecisi. Probabilmente parte di quelle dinamiche che a livello sociologico sono state tradotte come "umanizzazione della macchina".
Google è ovviamente consapevole delle modalità con le quali ci si approccia alla composizione delle query e per questo motivo è sempre pronto ad interpretare i cambiamenti e i nuovi linguaggi attraverso i quali i componenti della società si esprimono. L’ultima novità che ha apportato è, infatti, legata alle opzioni di corrispondenza delle keyword di ricerca per gli ads tra le quali ora si potrà scegliere di utilizzare il machine learning nell’ambito della corrispondenza generica: si chiama Smart Bidding ed è la nuova modalità con la quale, in ambito advertising, viene impostata in automazione un'offerta per ogni singola asta di ciascuna query, aumentandola o diminuendola a seconda del potenziale rendimento della query. Quanto sia fondamentale la scelta delle keyword in Google adv lo sanno bene i media marketers di tutto il mondo che proprio attraverso le parole fondamentali e strategiche all’ottenimento di un obiettivo di marketing, fondano il loro lavoro e le loro ricerche.
Smart Bidding utilizzato unitamente alla corrispondenza generica aiuterà a raggiungere query più rilevanti che incontrano i parametri impostati al fine di raggiungere gli obiettivi di performance dell’annuncio, risparmiando tempo alle ricerche delle keyword specifiche e sfruttando la banca dati di Google che sarà sicuramente più ampia di quella a disposizione del singolo advertiser.
Il problema principale che si pone (per qualsiasi pratica svolta attraverso automazione di machine learning) è che Google non conosce personalmente ogni singolo business mancando così di considerazione dell’incidenza dal fattore umano nella personalizzazione che caratterizza ogni business (perdendo inoltre quella dinamicità data dall’introduzione di termini nuovi e specifici per diversi ambiti che potrebbero toccare l’interesse di una data azienda). Inoltre, sparisce quasi completamente il controllo dei dati utilizzati che potrebbero addirittura non centrare il target definito da ogni singolo utente. Questi elementi sommati tra loro, alla fine dei conti, potrebbero comportare una perdita a livello di performance. La grossa fallibilità del sistema si concentra sull'incapacità di analizzare ancora correttamente gli impieghi e le vere dinamiche di utilizzo dei termini in modo contenstualizzato. Ciò non toglie che ad oggi l'ingresso dello Smart Bidding abbia portato l'Advertising Google a far passi da gigante.
In conclusione si può dire che per aumentare la brand awareness, incrementare il traffico e le conversioni lo Smart Bidding potrebbe risultare un ausilio, soprattutto per quei business “alle prime armi” sprovvisti di supporto professionale. Infatti, per migliorare con effettività le performance dell’adv è necessaria una profonda conoscenza dei dati, dell’audience, delle keyword corrispondenti alle specifiche qualità di ogni business, di quei termini che con la stessa dinamicità dell’evoluzione umana cambiano anche in relazione alle esigenze di ogni business.
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