Il nuovo metodo di pagamento promosso da Facebook approda anche in Italia per i rivenditori online e anche per i pagamenti e gli scambi di denaro all'interno di tutte le piattaforme Facebook.
Definirlo nuovo non è molto corretto perché in realtà esiste già dal 2011 per gli utenti in USA, in sostituzione al vecchio “Facebook Credits”, una forma di pagamento a crediti introdotta nel 2010 che sarebbe dovuta diventare la nuova moneta utilizzata per micro-pagamenti all’interno della piattaforma Facebook per il gaming, applicazioni e non solo, sostituita poi appunto con Facebook Pay.
Al pari di Google Pay e Apple Pay, da agosto in Italia, anche Facebook sarà disponibile al di fuori della sua stessa piattaforma per coloro che, come i rivenditori online, necessitano di appoggiarsi a diverse piattaforme (creando non solo convenienza ma anche coerenza tra le varie piattaforme come per esempio Whatsapp , Instagram e Messenger) per la finalizzazione delle transazioni legate al proprio prodotto.
Il vantaggio è ovvio in termini di comodità e dinamicità sia per l’acquirente che per il venditore ma Facebook cosa ci guadagna? I dati, ovviamente.
I clienti avranno carte già memorizzate nei loro profili ma da come si legge dalla pagina ufficiale riguardante la privacy i dati che si raccoglieranno con le transazioni in Facebook Pay riguardano gli acquisti:
Come per le precedenti opzioni di pagamento sulle nostre app, quando effettui pagamenti con Facebook Pay, raccogliamo informazioni sull'acquisto come il metodo di pagamento, la data della transazione, la fatturazione, la spedizione e i dettagli di contatto. Abbiamo progettato Facebook Pay per archiviare e crittografare in modo sicuro i numeri della tua carta e del conto bancario.
Come con gli altri nostri prodotti, le azioni che intraprendi con Facebook Pay possono essere utilizzate per scopi quali fornire contenuti e annunci più pertinenti, fornire assistenza ai clienti e promuovere la sicurezza e l'integrità (ad esempio, per indagare sulle violazioni delle nostre politiche di pagamento) . Ad esempio, se acquisti un guanto da baseball su Facebook Marketplace, potresti vedere un annuncio per una mazza da baseball.
I numeri della carta e del conto bancario forniti non verranno utilizzati per personalizzare la tua esperienza o informare gli annunci che vedi.
Quindi: le funzionalità introdotte da Facebook Pay aiuteranno a migliorare le strategie di ecommerce della compagnia. Allo stesso tempo, estendendo le funzionalità Pay sarà possibile raggiungere spazi più ampi all’interno del web incrementando il vantaggio anche su altri competitor.
Il tutto attraverso una tecnologia anti frode che controlla le transazioni per identificare attività non autorizzate dagli utenti inviando una notifica nell’applicazione per ogni transazione in modo da poter avere sempre tutto sotto controllo e una registrazione criptata dei dati della carta di credito e delle eventuali informazioni bancarie.
Il colosso dei social aveva tentato, dopo l’esperienza del pagamento a crediti fallito nel 2011, negli anni 2017-2020 a creare un nuovo metodo di pagamenti basato sulle cryptovalute su tecnologie di blockchain, inizialmente chiamato “Global Coin” o “Facebook Coin”, per poi essere definitivamente annunciato in modo formale nel 2018 con il nome Libra. Nel 2019 però venne a scontrarsi con il consenso regolamentario del governo americano. Questa mancanza di approvazione formale da parte del governo portò al fallimento di Libra così come era stato inizialmente pensato, a seguito anche dell’abbandono di più compagnie che facevano parte della Libra Association come PayPal, eBay, Mastercard, Visa e altri…
Ad oggi il progetto ripensato esiste ancora con il nome di Diem (e con la Diem Association) e spesso viene messo a paragone con Facebook Pay ma per il momento queste restano due realtà distinte e separate.
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